Terme Leopoldine

Viale Verdi, 67, Montecatini Terme, PT, Italia
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Le terme

Descrizione

Prima del piazzale del Tettuccio, lungo quello che un tempo era lo “Stradone dei Bagni”, si incontrano sulla sinistra le Terme Leopoldine.
Realizzate su progetto di Gaspare Maria Paoletti, vedono la luce nel 1775 ma le proprietà curative della sorgente dovevano essere note già ai tempi dei romani dal momento che statuette votive, con ogni probabilità ex voto gettati nella sorgente per ringraziare gli dei dell’avvenuta guarigione, furono rinvenute durante i lavori di scavo del cratere.
 
Nel 1780 Granduca Pietro Leopoldo si raccomandava di eseguire i lavori “di pura necessità e senza lusso di ornati” evidentemente ritendo il fabbricato compiuto.
 
E’ proprio in onore dell’illuminato regnante che la “fabbrica del Bagno Caldo” – dalla sorgente sgorga la più calda tra le acque termali della zona - una volta conclusa prenderà il nome di Terme Leopoldine.
 
In origine lo stabilimento era composto dalla sola porzione dell’edificio che si affaccia su Viale Verdi. 
Sul davanti, l’ingresso ricorda la facciata di un tempio greco: due pilastri e due colonne di ordine dorico sorreggono un frontone dove, in bassorilievo, è raffigurata una fontana zampillante tra due vasche. 
Sotto, nella trabeazione, la dedica dell’edificio ad Asclepio, Dio della Medicina: Aesculapio et saluti (A Esculapio e alla salute).   
Sul retro, un cortile con al centro una grande vasca di travertino di oltre 23 metri di diametro che, rialzata da terra, accoglieva la sorgente delle acque curative omonime
 
Nella sua guida del 1901, Guido Biagi descrive lo stabilimento prima della ristrutturazione dello stesso avvenuta ad opera di Ugo Giovannozzi nella prima metà del ‘900: “La graziosa fabbrica ha nel centro un bel loggiato di ordine dorico con un frontespizio sorretto da colonne e pilastri in travertino, da cui accedesi in uno spazioso vestibolo che mette nelle sale dei bagni. Ai due lati di esso si distendono due loggiati più bassi, con archi tondi a tutto sesto, costruiti in mattoni e con gli ornati in travertino. Ivi sono gli stanzini con tinozze per uso bagno…La bella sala dà su un cortile, ove trovasi una grande vasca di acqua limpida…..”.
 
Dunque, l’entrata simile a un tempio serviva da vestibolo alla sala centrale di intrattenimento e da ingresso alle due ali del fabbricato destinate ai bagni delle donne a nord e degli uomini a sud. Alle estremità delle ali, un salotto di accesso introduceva a grandi bagni di forma ottagonale destinati ai poveri.
 
Dal 1919 al 1926 Ugo Giovannozzi modificò il progetto paolettiano. 
L’ingegnere ne mantenne la facciata, divenuta ormai il simbolo delle “cure termali”, ma ne chiuse le arcate, tolse i “merli” ossia i camini sfiatatoi del calore dei bagni destinati ad uso dei poveri e prolungò fino al cratere della Fonte del Grocco i due corpi laterali pensati a due piani.
Il pronao così assunse una nuova rilevanza, la sala principale fu impreziosita da un soffitto a cassettoni e da uno splendido lucernario realizzato dalla ditta fiorentina De Matteis il cui direttore artistico era Ezio Giovannozzi, fratello di Ugo. 
Anche gli spazi retrostanti venivano modificati in modo da dare un’immagine d’effetto al visitatore con marmi e stucchi e, ai lati, due scale monumentali per accedere ai piani superiori. 
Nel cortile interno venne costruito l’anello intorno alla grande vasca e le scale per accedervi.
 
L’acqua Leopoldina veniva utilizzata per bagni, docce e irrigazioni ma anche per estrarne la cosiddetta “acqua madre” usata per inalazioni.
 
Fu il Professor Sante Pisani dell’Università di Pisa a introdurre negli anni trenta del ‘900 l’utilizzo dei fanghi macerati in acqua leopoldina e ripristinare una terapia praticata fino dall’epoca romana. Egli, addirittura, nel 1918 accompagnò alle Terme Tettuccio Maria Curie e l’assistette nel misurare il grado di radioattività di quell’acqua di cui , la prima donna insignita del premio Nobel (1903) lasciò formale certificazione. 
 
Il 20 ottobre del 1957 l’Amministrazione delle Terme fece porre all’interno dell’edificio una targa in suo onore, ”maestro e medico insigne”, in quanto promotore della fangoterapia realizzata con le acque di Montecatini.

Modalità di accesso

Le Terme Leopoldine non sono sttualmente visitabili.

Ulteriori informazioni

Le Terme Leopoldine non sono attualmente visitabili.
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