Grand Hotel & La Pace
Via della Torretta, 1, Montecatini-Terme, PT, Italia
Alberghi storici
Descrizione
Insieme alla Locanda Maggiore, già nel primo decennio del 1900, un altro albergo godeva di fama a Montecatini.
Era il Grand Hotel La Pace.
La locanda della Pace, di proprietà di Amaddio Berti, era nata intorno al 1850 come semplice osteria dove si serviva vino.
In quell’epoca la struttura, gestita dal genero del Berti, tale Giovanni Biagi, lasciava davvero a desiderare se due coniugi modenesi – la nobildonna Teresina Bianchi e il marito Pietro Bortolotti che soggiornano per dieci giorni ai Bagni di Montecatini nel luglio 1857 - si devono contentare anche di “un pulito, ma corto e strettissimo letto di ferro con zanzariera…, di una cattiva colazione di caffè e latte insipido con fette di pane….”, e poi ancora, di “un cattivo pranzo con costolette di castrato…” come la dama aristocratica racconta nel suo gustoso diario.
Ma già agli inizi del ‘900 il destino della discutibile locanda cambia.
L’arrivo della Società Spatz e Suardi imprime una svolta decisiva all’evoluzione dell’albergo incrementandone la ricettività e il lusso.
L’architetto Giulio Bernardini viene incaricato del progetto di ampliamento e ristrutturazione e Galileo Chini ebbe l’incarico di dipingere il soffitto del Salone delle feste dell’edificio in cui successivamente inserirà anche una bellissima vetrata di ingresso.
“I disegni della nuova costruzione, severa nelle linee ed imponente, i riadattamenti e le migliorie - si legge in una rivista dell’epoca - sono tutte dovute all’architetto G. Bernardini, che ha portato a Montecatini gusto di modernità, bellezza di forme ed un pregiatissimo adattamento all’esigenze nuove, senza urtare per nulla le linee delle antiche costruzioni.”
Post lavori la struttura dispone di circa 300 camere da letto, un impianto di riscaldamento a termosifone, un’installazione sanitaria perfetta, con water closets, vidoirs, lavabos ad acqua calda e fredda in tutte le camere ognuna delle quali ha curata la ventilazione mediante gole praticate nei muri e corrispondenti sui tetti. Provvisto di ascenseur e montacarichi, l’albergo ha finestre delle camere provviste di una reticella zanzarifuga avvolgibile, grandi giardini, dove si trovano campi da tennis su erba, garages ecc., che circondano i vari fabbricati che costituiscono l’hotel.
I giornali del tempo fanno eco alla trasformazione:
“Il grand hotel La Pace, a cui oltre alla succursale che aveva già, quest’anno è stato aggiunto un altro edificio costato la bellezza di un milione e mezzo, rappresenta uno dei magnifici ornamenti di Montecatini. Si può dire che proprio per questo albergo, magnifico e sontuoso, frequentato dalla più eletta società, ricco di sale, di giardini, di parchi ombrosi, fornito di camere addobbate con tutte le comodità e le prescrizioni d’igiene, ricercato per la squisitezza del suo restaurant, prediletto per la preziosità dei servizi, Montecatini siasi messo in grado di rivaleggiare con i più riputati stabilimenti dell’estero.
E parlando dell’hotel grandioso, dove si fermano da Giugno ad Ottobre per la cura o per la villeggiatura di qualche giorno, tutte le notabilità del nostro paese, della patria, dell’arte, della letteratura, della musica e anche della grazia e della leggiadria femminile, ricordo volentieri un uomo che ha già apparecchiato la fortuna di questa iniziativa tra albergatori, il direttore Luigi Melano[1] che alla Pace ha dato l’impulso, il movimento di un’industria veramente moderna, e non ha lesinato né attività, né ingegno né la preziosa esperienza acquisita nelle migliori case d’Italia e specialmente dell’estero.
Ed è quasi accademico ripetere che a Montecatini arride un brillante avvenire: Montecatini non ne ha bisogno più di avvenire; è ormai quello che è, cioè il primo luogo di purga e di sollievo di tutti i nostri confratelli o infermi, o inquieti o tormentati...”
Simbolo senza tempo della città termale, il suo fascino ha richiamato D’Annunzio, Vittorio Emanuele di Savoia e la Famiglia reale, Toscanini, Badoglio, Madame Curie, Trilussa, il Duca di Windsor e Wallis Simpson, lo Scià di Persia, i Rothschild, il re d’Arabia Saudita Ibn Saud, Ranieri e Grace di Monaco.
Attualmente l’hotel è passato a nuovi proprietari e, in fase di ristrutturazione, non è aperto al pubblico. Visibile, tuttavia, su Corso Roma la vetrata di ingresso opera di Galileo Chini.
[1] Pier Luigi Melano fu Direttore del Grand Hotel La Pace dal 1904 al 1943
[1] Pier Luigi Melano fu Direttore del Grand Hotel La Pace dal 1904 al 1943
Modalità di accesso
Non visitabile
Adatto a: Persone con disabilità motorie Bambini/famiglie Esperti del settore Giovani/adulti Anziani
Condizioni di accesso: Visitabile
Orari per il pubblico
Attualmente in fase di ristrutturazione.
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