Paolo Portoghesi – Architetto
Architetti
Descrizione
Docente universitario, progettista di fama, teorico, critico d’arte, Portoghesi è stato il principale esponente in Italia del Postmodernismo.
In tanti anni di carriera con una personalità poliedrica e impegni che hanno spaziato dal lavoro storico-critico alla progettazione, dall’insegnamento universitario alle cariche istituzionali, Portoghesi ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo di tutto in Italia e all’estero.
L’elenco è lungo. Oltre al Salone dello Stabilimento Tettuccio, Casa Baldi, la moschea di Roma, i complessi residenziali dell’Enel di Tarquinia, l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano, mentre fra i lavori per l’estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier), alberghi, fast food (Mosca), la moschea di Strasburgo.
Nato a Roma il 2 novembre 1931, figlio di un ingegnere, crebbe nel rione Pigna del centro storico della capitale, nel cuore della Roma barocca, sua principale fonte d'ispirazione estetica.
Nel 1950 si iscrisse alla Facoltà di Architettura della Sapienza - Università di Roma. Dopo essersi laureato nel 1957, iniziò ad insegnare Storia della critica alla facoltà di Architettura a Roma. Nel 1964 fondò uno studio insieme con l'ingegnere Vittorio Gigliotti, con cui realizzò la maggior parte dei progetti della sua carriera.
Prima con Casa Baldi del 1959 (ispirata ai ruderi romani) ed in seguito con Casa Papanice del 1968, sembrò anticipare i temi del movimento postmoderno in Architettura, corrente di cui divenne poi, fra gli anni Settanta ed Ottanta, capofila in Italia.
Studioso della cultura islamica e vicino al mondo arabo, negli anni Settanta progettò il Palazzo dei reali di Giordania ad Amman, l'aeroporto ed il piano regolatore di Khartum e, successivamente, le Moschee di Roma (e di Strasburgo.
Nel 1979 venne eletto direttore della Biennale di Venezia, incarico ricoperto fino al 1982. Nel 1980 la Biennale da lui diretta vide protagonista l'installazione Strada Novissima in cui venti architetti di fama internazionale, tra cui Frank Gehry, Rem Koolhaas, Charles Moore, Hans Hollein e Franco Purini, furono chiamati a disegnare venti facciate contigue, ognuna di 7 metri di larghezza, con un'altezza che poteva variare da un minimo di 7,20 metri ad un massimo di 9,50 metri. L'evento ebbe molto clamore mediatico e diventò il manifesto italiano dell'Architettura postmoderna, di cui Portoghesi restò il principale e più famoso sostenitore in Italia per tutti gli anni ottanta. Nel 1981 tornò a insegnare nella facoltà di Architettura di Roma[2]. Fu presidente della Biennale di Venezia.
Per i meriti conseguiti nell'ambito della sua attività professionale e culturale, venne nominato membro dell'Accademia delle arti del disegno di Firenze, dell'Accademia di San Luca (di cui fu presidente nel biennio 2013-2014), dell'Accademia dei Lincei a Roma e dell'American Institute of Architects.
Negli ultimi anni della sua attività, abbandonata ormai la corrente postmoderna, Portoghesi concentrò la sua attenzione su quella che, citando Le Corbusier, chiamò geoarchitettura che definì come un'architettura "umanistica" che rispetta sette criteri fondamentali: imparare dalla natura, confrontarsi con il luogo, imparare dalla storia, impegnarsi nell'innovazione, attingere alla coralità, tutelare gli equilibri naturali e contribuire alla riduzione dei consumi. Sul tema pubblicò nel 2005 il saggio Geoarchitettura. Verso un'architettura della responsabilità e fondò la rivista Abitare la terra. Nel 2007 presso la Facoltà di Architettura della Sapienza venne attivato il corso di Geoarchitettura da lui tenuto, in qualità di professore emerito.
L’ultimo lavoro realizzato è del 2019: la concattedrale di Lamezia Terme, un’opera che appare un po’ la summa di tutte le sue riflessioni sul sacro, con gli svettanti campanili in acciaio corten che citano la Sagrada Famiglia di Gaudì e la facciata che quasi sembra abbracciare i fedeli invitandoli a entrare.
Nel 2021, in omaggio ai novant'anni di Portoghesi e a quelli di Monica Vitti, l'immagine dell'attrice affacciata a Casa Papanice fu proiettata all'interno e all'esterno di edifici di cultura in 4 continenti.
Si spegne, il 30 maggio 2023, nella sua casa di Calcata.
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