Giulio Bargellini - Pittore e decoratore
Artisti
Descrizione
Di origi contadine, Giulio Bargellini nasce a Firenze nel 1875.
Qui frequenta l'Istituto di Belle Arti, sotto la guida in particolare dello scultore lucchese A. Passaglia dal quale apprende l'arte dell'intaglio nel legno.
Nel 1896 vince il “Pensionato artistico nazionale” - ossia il premio a sostegno dei giovani artisti italiani consistente in un assegno per frequentare a Roma le lezioni dell'Accademia di Belle Arti - e può così recarsi nella capitale dove divenne allievo e collaboratore di Cesare Maccari (1840-1919), il maestro della grande decorazione, celebre per i suoi affreschi nel Palazzo del Senato (1881-1888).
Partecipò alla decorazione del monumento a Vittorio Emanuele II (Vittoriano). Vinto il concorso bandito nel 1912, il pittore ottenne l’incarico di realizzare i mosaici delle lunette del Propileo dell’Unità. Presentati i cartoni definitivi tra il 1917 e il 1920 Bargellini concluse il lavoro nel 1921. Il compito dell’artista era tradurre il concetto di Unità della Patria in immagini: Bargellini a tal fine concepì le rappresentazioni allegoriche de La Forza, Il Lavoro, La Fede e La Sapienza.
La consacrazione di Bargellini avvenne proprio con il concorso per i mosaici nel Vittoriano: negli anni successivi egli avrebbe ottenuto decine di importanti commissioni pubbliche, come quelle relative ad alcuni affreschi per le sale del consiglio del Palazzo della Banca d’Italia (1924) e del Palazzo di Giustizia (1929) a Roma e, sempre al Vittoriano, fu nuovamente impegnato nella produzione dei disegni per i mosaici della cripta del Milite Ignoto, realizzata da Brasini nel 1934.
Dal 1921 fu titolare della cattedra di decorazione all'Accademia di Belle Arti di Roma e dal 1922 insegnò alla Scuola Superiore di Architettura della capitale dove ebbe, prima come allievo poi come collaboratore, Giuseppe Moroni (Cremona 1888 - Roma 1959) che gli sarà a fianco in molti lavori.
I due saranno insieme, tra l’altro, anche a Montecatini tra il 1927 e il 1928 per lavorare alla decorazione dello stabilimento Tettuccio.
A Bargellini si devono i dipinti del soffitto del bellissimo Caffè Storico dello Stabilimento, dove sono raffigurate eteree figure femminili come la Poesia, intenta a suonare la cetra, o la Bellezza, una Venere nuda che emerge da bianchi panneggi.
E’ lo stesso pittore a descrivere il suo lavoro in una relazione datata maggio 1928 e indirizzata all’Ill.mo Sig. Presidente della Società delle RR. Terme, Grand’Uff. Arturo Schweiger Esso si svolge, come ricorda lui stesso “attraverso figure e gruppi volanti e rincorrenti i temi della gioia, del piacere, della bellezza, dell’amore; intesi nel senso più sano e più elevato, sorretti tutti dalla forza indistruttibile della Poesia. Personifica infatti la Poesia una figura alata che tocca la cetra, mentre la Bellezza - dal lato opposto – è simboleggiata da una Venere trionfante nella sua castissima nudità. Tra queste due figure che rappresentano le due entità superiori alle quali tutte le altre sono sottoposte, sciamano a gruppi: fanciulle, lieti adolescenti e ridenti fanciullini che recano tazze, anfore, festoni di foglie e di fiori, tirsi, archi, turcassi, mescolando le variopinte ali, le vesti sgargianti, i rosei arovi, carni immacolate che qua e là il moto e il piacere dolcemente riscaldano in un tutto armonioso che sintetizza il concetto della gioventù bella e sana”.
Bargellini lavorò moltissimo anche come decoratore per antichi palazzi nobiliari, (Palazzo Strozzi, Bastogi, Gattai e Targioni a Firenze) eseguendo pure un mosaico per la basilica dei Getsemani a Gerusalemme.
Nel 1933 gli venne affidata la preparazione dei cartoni per i mosaici della cattedrale di Messina, tuttavia la morte lo colse prima del completamento dell’opera, a Roma, il 10 marzo del 1936.
È sepolto nel cimitero di Calenzano (Fi).
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