Giacomo Puccini
Musicisti
Descrizione
Su Viale Verdi, prospiciente la Palazzina Regia e a pochi passi del Palazzo Municipale, vi è una scultura che richiama l’attenzione di molti turisti.
E’ un'opera in bronzo donata alla città dall’artista Aidyn Zeinalov[1] e dedicata a Giacomo Puccini, il quale come Giuseppe Verdi, fu assiduo frequentatore di Montecatini e ammirato ospite della città termale nei primi due decenni del Novecento.
Fu proprio grazie al genio di Busseto che il compositore Lucchese arriva in città.
Dopo i numerosi successi ottenuti – soprattutto con Manon Lescaut del 1893 e nel 1896 con la Bohème che al teatro Regio di Torino ebbe Toscanini come direttore d’orchestra - Verdi consigliò all’editore Giulio Ricordi di prendere Puccini nella schiera degli autori da lui preferiti in tal modo indicandolo come proprio erede musicale.
Puccini divenne così un frequentatore abituale del grande albergo di Montecatini, La Locanda Maggiore, quando Verdi vi si trovava in vacanza.
Alle terme Torretta o Tettuccio, poi, Puccini era solito dare appuntamento a direttori d’orchestra come Arturo Toscanini alla vigilia della rappresentazione delle sue vecchie e nuove opere in tutto il mondo.
Con Verdi, si è detto, vi erano già stati gli incontri alla Locanda Maggiore grazie ai quali era entrato nella scuderia musicale all’editore Ricordi.
Nella vicina Uzzano, la Villa del Castellaccio (oggi villa Anzilotti), si rivelò l’ambiente ideale per il prosieguo della composizione della sua Bohème, come testimoniano le due scritte autografe che egli lasciò su una parete: “Finito il 2° atto Bohème 23-7-1895”, “Finito il 3° atto Bohème 18-9-1895”.
Rappresentata al Regio di Torino il 1 febbraio 1896 ossia un anno prima dell’opera omonima di Leoncavallo - che debuttò alla Fenice di Venezia nel maggio del 1897 – ne ‘bruciò’ il successo. E quanto più Leoncavallo si adirava per un tale scippo, tanto più Puccini lo derideva chiamandolo “leonbestia”, “leonasino” o anche “bisbestia” ispirandosi al nome del rivale composto ad un medesimo tempo dai termini “leone” e “cavallo”.
Rifacendosi allo strano binomio di quel cognome, il celebre disegnatore Romeo Marchetti ha lasciato ai posteri un disegno in cui l’autore de Pagliacci cammina con zampe di leone seminando tra un piede e l’altro note musicali. Di Giacomo Puccini ha, invece, lasciato un aulico ritratto mentre il compositore è intento, con in mano una penna d’oca, a comporre uno spartito musicale.
Sempre a Montecatini Giacomo Puccini, reduce dai successi di Tosca incontrò segretamente Gabriele D’Annunzio. A legare i due artisti, il progetto di un’opera lirica di Puccini, alfiere del melodramma nell’ultima fase della sua plurisecolare tradizione, sui versi del poeta italiano più in vista del tempo, Gabriele d’Annunzio, «Vate della nazione», progetto pensato anche in termini pubblicitari da Casa Ricordi che non si realizzerà mai.
Ma proprio nella città termale, il Maestro lucchese scoprì Giacchino Forzano, giornalista de La Nazione dotato di ottima creatività artistica, il quale diventerà il librettista di Suor Angelica e di Gianni Schicchi, opere che, assieme a La Rondine, formeranno quel Trittico che nel 1908 andò in scena al Metropolitan di New York.
Infine sarà all’albergo Appennino di Montecatini Alto (dove si conserva ancora un piccolo teatro, luogo delle prime prove musicali dell'opera) che egli verrà a comporre in parte La Fanciulla del West, perché dotato di “un panorama incantevole, quiete e buona tavola”.
Nel 1924 il grande compositore dovette interrompere la stesura di Turandot per recarsi con il figlio in un ospedale di Bruxelles dove i suoi giorni ebbero fine.
Il lutto fu universale perché, come Gabriele D’Annunzio nel 1901 aveva già scritto per la scomparsa di Giuseppe Verdi, anche per Giacomo Puccini si sarebbe potuto ripetere che, con le sue opere, aveva pianto e amato per tutti noi.
[1] Famoso scultore russo, professore associato del Dipartimento dell’Accademia del Disegno presso l’Accademia Statale di Arti Industriali e Applicate di Mosca, membro dell’Accademia Russa di Belle Arti e, dal 2018, dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, la più antica al mondo.
[1] Famoso scultore russo, professore associato del Dipartimento dell’Accademia del Disegno presso l’Accademia Statale di Arti Industriali e Applicate di Mosca, membro dell’Accademia Russa di Belle Arti e, dal 2018, dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, la più antica al mondo.
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